
L’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta oggi una delle leve più strategiche per la competitività delle imprese italiane. Il fotovoltaico aziendale non è più una semplice scelta green, ma una soluzione concreta per ridurre i costi operativi, migliorare l’efficienza e rispondere alla crescente pressione normativa in tema di sostenibilità.
Il 2025 si presenta come un anno particolarmente favorevole per investire in energia solare, grazie a una serie di incentivi pubblici, sia a livello nazionale che locale. In questa guida vedremo in dettaglio quali sono gli incentivi disponibili per il fotovoltaico aziendale e come accedervi.
Perché installare un impianto fotovoltaico aziendale nel 2025?
Riduzione dei costi energetici
Il primo vantaggio è di natura economica. Un impianto fotovoltaico ben progettato consente di abbattere significativamente la bolletta energetica. In media, un’azienda può coprire tra il 40% e il 70% del proprio fabbisogno elettrico tramite autoproduzione.
Sostenibilità ambientale
Investire nel solare significa ridurre le emissioni di CO₂ e contribuire attivamente alla decarbonizzazione. Un impianto da 100 kWp può evitare l’emissione di circa 50 tonnellate di CO₂ all’anno, migliorando il profilo ESG dell’azienda.
Maggior competitività
Le imprese che adottano soluzioni energetiche sostenibili sono oggi più attrattive per clienti, investitori e partner. L’energia rinnovabile rafforza la brand reputation e può rappresentare un vantaggio competitivo nei bandi pubblici o nelle gare d’appalto.
Disponibilità di incentivi pubblici
Il 2025 offre condizioni particolarmente vantaggiose grazie a misure fiscali e contributi diretti, pensati per supportare la transizione energetica del tessuto produttivo nazionale.
Quali incentivi sono disponibili nel 2025?
Credito d’imposta per Transizione 4.0
Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi è confermato anche nel 2025 all’interno del piano Transizione 4.0. Rappresenta una delle agevolazioni fiscali più rilevanti per le aziende che investono nel fotovoltaico. Il credito d’imposta è riconosciuto per l’acquisto e l’installazione di impianti destinati all’autoconsumo, a condizione che il progetto generi una riduzione dei consumi energetici.
Le aliquote sono calcolate in base al livello di risparmio ottenuto:
- Riduzione ≥ 3% del consumo energetico dell’intera struttura produttiva
- Oppure riduzione ≥ 5% nei soli processi coinvolti dall’intervento
In base a questi parametri, l’azienda può ottenere un credito d’imposta fino al 45% dell’investimento, a patto che vengano utilizzati impianti fotovoltaici realizzati all’interno dell’Unione Europea o dotati di componentistica UE.
L’agevolazione è valida per tutti gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2025, ed è cumulabile con altri incentivi, nel limite del costo sostenuto.
Per accedere all’agevolazione è richiesta una certificazione ex ante ed ex post da parte di tecnici abilitati, oltre alla comunicazione al MIMIT tramite i canali ufficiali.
Contributi del PNRR per energia rinnovabile
Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), alcune misure a sostegno dell’autoproduzione energetica per le imprese sono ormai concluse. È il caso del bando ministeriale “Supporto alle PMI per le energie rinnovabili”, chiuso ufficialmente il 17 giugno 2025. Tuttavia, restano attivi altri canali di finanziamento nell’ambito delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), per le quali la scadenza è stata prorogata al 30 novembre 2025 (fonte: GSE e Decreto MASE 28/02/2025).
In particolare, i contributi per le CER prevedono:
- Un contributo a fondo perduto fino al 40% dell’investimento per impianti realizzati in comuni con meno di 15.000 abitanti;
- Tariffe incentivanti garantite fino a 20 anni per l’energia condivisa e autoconsumata all’interno della comunità.
Per accedere agli incentivi CER, è necessario presentare domanda tramite il Portale GSE, allegando il progetto tecnico e la documentazione richiesta entro la scadenza del 30 novembre 2025.
Superammortamento e detrazioni fiscali
Nel 2025, le aziende che investono nel fotovoltaico non possono più contare sul cosiddetto superammortamento al 130%, una misura fiscale che è stata dismessa nelle ultime leggi di bilancio. Tuttavia, sono ancora previste forme di agevolazione legate all’ammortamento ordinario dei beni strumentali, che risultano particolarmente vantaggiose per chi intende installare impianti fotovoltaici.
In particolare, i beni strumentali materiali (come i pannelli solari) continuano a beneficiare delle norme ordinarie sull’ammortamento fiscale, che permettono di dedurre il valore dell’impianto in quote annuali secondo i coefficienti stabiliti dal Ministero dell’Economia. Questo consente una dilazione del costo dell’investimento su più esercizi, generalmente in 5 anni, contribuendo a migliorare la gestione del cash flow aziendale.
Va sottolineato che i beni mobili, come gli impianti fotovoltaici installati su tetti aziendali o strutture removibili, godono di una maggiore flessibilità fiscale rispetto ai beni immobili, soprattutto in termini di deducibilità e gestione dei cespiti.
Anche se il superammortamento in forma maggiorata non è più in vigore, le detrazioni fiscali e gli ammortamenti ordinari restano un’opportunità concreta da affiancare ad altre agevolazioni più consistenti, come il credito d’imposta Transizione 5.0, potenziando ulteriormente il ritorno economico dell’investimento nel fotovoltaico.
Incentivi GSE per autoconsumo e scambio sul posto
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) offre incentivi fondamentali per le imprese che producono più energia di quella che consumano:
Scambio sul posto (SSP)
Le aziende possono immagazzinare in modo virtuale l'energia non utilizzata immettendola nella rete pubblica e recuperarla successivamente quando serve. L'accesso è consentito per impianti che entrano in esercizio entro il 29 maggio 2025, con presentazione della domanda entro il 26 settembre 2025. Il meccanismo prevede il riconoscimento di un contributo in conto scambio: una quota delle componenti tariffarie relative all’energia prelevata viene restituita tramite acconti semestrali e conguaglio annuale. L’importo diventa visibile nel portale GSE e viene trasmesso anche nella dichiarazione redditi precompilata per le persone fisiche.
Ritiro dedicato (RID)
In alternativa allo scambio, le imprese possono scegliere il ritiro dedicato: l’energia immessa non autoconsumata viene acquistata dal GSE, con prezzi aggiornati annualmente e pubblicati in bollettini ufficiali (ultimo aggiornamento: 30 gennaio 2025. Per aderire, è necessario registrarsi al portale clienti del GSE e stipulare un contratto annuale.
Come accedere agli incentivi
La partecipazione al SSP o al Ritiro dedicato richiede la registrazione dell’impianto tramite il portale del GSE (o di Terna per SSP), la trasmissione dei documenti tecnici e la convenzione formale. Tutte le procedure, inclusi i costi amministrativi eventualmente trattenuti dal GSE (nel caso di RID per impianti superiori a 3 kW), sono accessibili e gestibili online.
Come richiedere gli incentivi per il fotovoltaico aziendale
Per accedere agli incentivi è necessario seguire alcune procedure amministrative e tecniche ben definite.
Documentazione necessaria
Comprende visura camerale, piano di investimento, relazioni tecniche sull’impianto, dati sui consumi energetici e certificazioni.
Tempistiche e iter burocratici
La presentazione della domanda va fatta nei tempi stabiliti dai singoli bandi. È importante rispettare le scadenze e completare in anticipo le verifiche tecniche e catastali.
Consigli pratici
Affidarsi a un consulente energetico esperto consente di evitare errori, accelerare l’iter ed evitare la perdita dell’incentivo per mancanza di requisiti formali.
Esempi di risparmio con incentivi attivi
Per comprendere meglio l’impatto concreto degli incentivi disponibili nel 2025, consideriamo una simulazione realistica riferita a una piccola media impresa italiana.
Caso simulato – Impianto fotovoltaico da 30 kWp
- Investimento iniziale: circa 30.000 €
- Produzione media annua: circa 33.000 kWh
- Tasso di autoconsumo stimato: 70%
- Durata dell’impianto: 25 anni
Nel caso in cui l’azienda non acceda ad alcun incentivo, il tempo di ritorno sull’investimento (ROI) si attesta tra 7 e 8 anni, considerando il solo risparmio energetico in bolletta.
Tuttavia, nel 2025 è possibile beneficiare di:
- Credito d’imposta Transizione 5.0: fino al 45% del costo dell’impianto (in base alla riduzione certificata dei consumi e al rispetto dei requisiti UE);
- Incentivi GSE: tramite Scambio sul Posto o Ritiro Dedicato, che permettono di valorizzare l’energia non autoconsumata.
Con questi strumenti, il ROI può ridursi sensibilmente fino a 4-5 anni, generando risparmi significativi nel medio-lungo periodo.
Su un orizzonte temporale di 20 anni, il risparmio complessivo – tra minori costi energetici, incentivi e valorizzazione dell’energia immessa in rete – può superare i 120.000 €, rendendo l’investimento nel fotovoltaico una delle scelte più vantaggiose per la sostenibilità finanziaria dell’impresa.
Domande frequenti sugli incentivi al fotovoltaico per le aziende
Posso cumulare più incentivi?
Sì, in determinati casi. Il credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0 è cumulabile con altri contributi pubblici (inclusi quelli GSE), fino al limite massimo del costo sostenuto. Tuttavia, alcuni bandi regionali o PNRR possono escludere il cumulo, quindi è sempre necessario verificare i singoli regolamenti applicativi.
Serve autorizzazione per installare un impianto?
Nella maggior parte dei casi, gli impianti fotovoltaici installati su tetto (coperture piane o inclinate) non richiedono autorizzazioni particolari, ma solo la presentazione della CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata). Se però l’immobile si trova in zona vincolata, o si tratta di un impianto a terra, sono necessari permessi aggiuntivi, come l’autorizzazione paesaggistica o la VIA.
Gli incentivi valgono anche per capannoni in affitto?
Sì, a condizione che l’azienda locataria abbia la disponibilità giuridica dell’immobile. È fondamentale che il contratto di locazione sia registrato e che il proprietario dell’immobile autorizzi l’intervento. In alcuni casi, può essere richiesta anche una dichiarazione del proprietario da allegare alla domanda di incentivo.
Il 2025 si presenta come un anno chiave per la transizione energetica delle imprese italiane. Gli incentivi disponibili rendono l’investimento nel fotovoltaico aziendale più conveniente che mai, unendo vantaggi fiscali, risparmi immediati e benefici ambientali duraturi.
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