Nel 2025, la transizione verso un modello energetico sostenibile continua a coinvolgere sempre più aziende italiane. Tuttavia, la realizzazione di un impianto fotovoltaico industriale richiede una corretta pianificazione anche sotto il profilo normativo e autorizzativo. Comprendere l’iter burocratico è fondamentale per evitare ritardi, inefficienze e ostacoli all’ottenimento degli incentivi disponibili.
In questa guida analizziamo in dettaglio le tipologie di autorizzazioni previste dalla normativa vigente, i tempi medi di approvazione, i documenti necessari e i principali incentivi compatibili. Vedremo infine come EDP Italia accompagna le aziende in ogni fase, dalla valutazione iniziale fino alla messa in esercizio dell’impianto.
Tipologie di autorizzazioni: semplificate vs complete
Installare un impianto fotovoltaico industriale in Italia richiede il rispetto di specifiche procedure autorizzative, che variano in base alla potenza dell’impianto, alla collocazione geografica, all’uso del suolo e ad eventuali vincoli ambientali o paesaggistici. Per le aziende, conoscere le differenze tra i vari iter autorizzativi è il primo passo per pianificare correttamente il progetto e prevederne i tempi di realizzazione.
Vediamo le principali tipologie di autorizzazione in vigore nel 2025:
Modello Unico – iter semplificato per impianti fino a 50 kW
Il Modello Unico rappresenta l’iter più semplice e veloce, ed era riservato agli impianti di potenza fino a 50 kW. Attualmente è stato esteso agli impianti fino a 200 kW (Decreto Energia - DL 17/2022), installati su edifici esistenti, senza opere edilizie complesse e al di fuori di aree soggette a vincoli. In ambito industriale è applicabile solo in contesti specifici, come nel caso di capannoni con superfici libere sui tetti e impianti realizzati in modalità “plug & play”.
Caratteristiche principali:
- Procedura interamente digitalizzata tramite portale SUAP del Comune;
- Comunicazione automatica a Terna e al GSE;
- Tempi ridotti, generalmente entro 30 giorni;
- Nessun titolo edilizio richiesto se si rispettano le condizioni normative.
È ideale per piccole e medie imprese che desiderano avviare rapidamente un primo progetto di autoproduzione.
SCIA / DIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività
Per impianti superiori a 50 kW e fino a 1 MW, oppure per quelli che richiedono interventi edilizi di lieve entità, si applica la SCIA (che ha sostituito la DIA per semplificare e velocizzare le procedure amministrative relative all'avvio di attività e lavori edilizi), ovvero una segnalazione amministrativa che consente l’avvio dei lavori decorsi 30 giorni dalla presentazione della documentazione.
Questo iter è ampiamente usato in ambito industriale perché:
- Consente un certo grado di flessibilità progettuale;
- Richiede il deposito della documentazione tecnica firmata da professionisti abilitati;
- Deve essere integrato con il nulla osta della Sovrintendenza in caso di vincoli (paesaggistici, archeologici, ecc.);
- È compatibile con gli impianti su tetto o a terra, purché all’interno di aree industriali.
Nel 2025 questa procedura resta uno degli strumenti più adottati per impianti industriali di media taglia.
Autorizzazione Unica (AU) – per impianti oltre 1 MW
Nel caso di impianti di grande potenza (oltre 1 MW), oppure quando il progetto prevede modifiche rilevanti al suolo, opere infrastrutturali connesse o l’installazione su terreni agricoli, è necessario attivare il procedimento di Autorizzazione Unica (AU), ai sensi del D.Lgs. 387/2003.
Si tratta di un iter complesso che:
- Coinvolge più enti (Regione, Comune, ARPA, Sovrintendenza, ecc.);
- Richiede lo svolgimento di una Conferenza dei Servizi;
- Include la verifica della compatibilità ambientale, urbanistica ed energetica del progetto;
- Ha una durata media tra 90 e 180 giorni, salvo casi con criticità particolari.
L’AU è obbligatoria anche quando l’impianto supera soglie di potenza che comportano l’obbligo di connessione alla rete AT (Alta Tensione).
VIA – Valutazione di Impatto Ambientale
In determinati casi, oltre all’Autorizzazione Unica, può essere necessaria la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Questa procedura è prevista quando:
- L’impianto ha una potenza superiore a 10 MW;
- Si trova in aree particolarmente sensibili dal punto di vista ambientale;
- Impatta in modo significativo sul territorio o su bacini idrografici vicini.
La VIA comporta un’istruttoria specifica con tempi variabili (fino a 6-9 mesi) e può incidere fortemente sulla calendarizzazione del progetto.
Qualunque sia la dimensione dell’impianto e la complessità del progetto, scegliere il corretto iter autorizzativo sin dalle fasi iniziali è fondamentale per evitare rallentamenti, ottimizzare i tempi di attivazione e garantire la piena conformità normativa.
Tempi medi e documenti richiesti
Affrontare l’iter autorizzativo di un impianto fotovoltaico industriale nel 2025 significa prepararsi con una documentazione tecnica e amministrativa ben strutturata. Come abbiamo appena visto, i tempi di rilascio variano in base alla complessità dell’intervento: da poche settimane per le autorizzazioni semplificate, fino a diversi mesi nei casi di procedura ordinaria con valutazioni ambientali. È dunque cruciale impostare fin da subito un flusso documentale chiaro e completo, per evitare ritardi o richieste di integrazione.
Sulla base della tipologia di impianto, l’azienda dovrà predisporre una serie di documenti tecnici, catastali e gestionali, tra cui:
- Titolo di disponibilità dell’area (proprietà o contratto d’uso);
- Progetto tecnico firmato da professionista abilitato, con relazione tecnica descrittiva;
- Elaborati grafici: planimetrie, schemi elettrici e layout impiantistico;
- Relazione di impatto ambientale o paesaggistico (se necessaria);
- Dichiarazioni di conformità e certificazioni previste dalle normative vigenti;
- Modulistica SUAP o regionale, compilata e firmata;
- Documentazione catastale e visure aggiornate;
- Eventuali richieste di connessione alla rete elettrica e preventivo GSE/Enel Distribuzione.
In alcuni casi, come gli impianti installati su coperture industriali, sono richieste anche verifiche strutturali e dichiarazioni statiche, soprattutto in presenza di capannoni datati o con coperture in fibrocemento.
Per comprendere meglio la documentazione richiesta in funzione del tipo di struttura e del profilo aziendale, può essere utile consultare l’articolo dedicato agli impianti fotovoltaici per capannoni industriali, che propone esempi concreti e casi d’uso reali (link da inserire).
Farsi trovare pronti su questo fronte non è solo una buona pratica, ma una leva strategica per accelerare l’ottenimento dei permessi e rendere il progetto cantierabile nei tempi stimati.
Incentivi compatibili in relazione all’iter
Prima di tutto, una breve premessa: accedere a incentivi significativi come il credito 5.0, i TEE, i fondi PNRR o i bandi regionali, richiede che il progetto sia sviluppato nel pieno rispetto dell’iter autorizzativo prescelto — solo così l’azienda potrà ottenere le agevolazioni senza rischi o ritardi.
Titoli di Efficienza Energetica (TEE)
I Titoli di Efficienza Energetica (TEE) — noti anche come certificati bianchi — sono incentivi che premiano interventi di riduzione dei consumi energetici, misurati in termini di risparmio di tonnellate equivalenti di petrolio (TEP). Il sistema è gestito da GSE e GME ed è regolato da decreti ministeriali tra cui quello del 2025–2030.
Chi può accedere: soggetti obbligati (distributori energia/gas oltre 50.000 clienti) e soggetti volontari (ad esempio ESCo o aziende con Esperto in Gestione Energia certificato).
Metodi di progetto:
- Metodo a consuntivo: misura puntuale dei consumi ante e post-intervento (minimo 10 TEP risparmiati).
- Metodo standardizzato: si basa su algoritmi predefiniti e campionamenti, risparmi almeno 5
Perché è strategico per le aziende energivore:
- I TEE sono negoziabili sul mercato e integrabili nel piano economico del progetto.
- Possono rappresentare una fonte di ricavo aggiuntiva, oltre alle detrazioni o ai contributi.
- Rafforzano la sostenibilità del progetto, certificando in modo tracciabile l’efficienza energetica raggiunta.
Come si ottengono:
1. Presentazione preliminare al GSE (comunicazione di accesso CP o richiesta di validazione RVP).
2. Predisposizione del progetto (a consuntivo o standardizzato) e successiva verifica.
3. Emissione dei titoli dopo il risparmio accertato e validato dal GSE.
Credito d’imposta Transizione 5.0
Il credito 5.0 resta un incentivo centrale per il fotovoltaico industriale, soprattutto se integrato con sistemi di accumulo o monitoraggio. Garantisce una detrazione fiscale pari al 35–45% dell’investimento, se l’intervento produce una riduzione minima dei consumi documentata (3% sul totale o 5% sul processo produttivo coinvolto). È cumulabile con altri strumenti, ma deve essere richiesto tramite la documentazione prevista, disponibile anche nell’articolo dedicato agli incentivi.
Fondi PNRR e bandi regionali
Altri contributi a fondo perduto sono disponibili tramite il PNRR e bandi regionali specifici dedicati alla transizione ecologica, all’efficienza energetica e all’innovazione digitale. Spesso richiedono procedura DIA o Autorizzazione Unica completa, documentazione tracciabile e un piano tecnico-ambientale validato. Le modalità variano tra le Regioni ma coprono mediamente il 40–60% dell’investimento.
Per avere il quadro più completo e aggiornato sulle modalità operative, esempi pratici e combinazioni di incentivi disponibili, ti consiglio di consultare l’articolo di approfondimento dedicato: Incentivi fotovoltaico aziende 2025.
Come EDP supporta le aziende nella burocrazia
L’iter autorizzativo per un impianto fotovoltaico può essere complesso, soprattutto in presenza di normative regionali differenti e documentazione tecnica articolata. EDP Italia accompagna le imprese in ogni fase del processo, a partire da un audit energetico gratuito utile a valutare consumi, sprechi e margini di miglioramento.
Sulla base dei risultati, propone un progetto tecnico su misura, che include la gestione delle autorizzazioni necessarie e la consulenza per l’accesso agli incentivi disponibili, aiutando le aziende a rispettare tempi, requisiti normativi e criteri di rendicontazione.
Contatta EDP per una consulenza gratuita e scopri come possiamo facilitare il tuo percorso verso l’autoproduzione energetica.
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